Fave: le troviamo dall’ortolano a primavera inoltrata. Crudo, o cotto, per condire la pasta, nelle zuppe, in burger vegetali o in salutari puree.
• Attenzione: le fave possono essere collegate a una controindicazione molto grave, l’anomalia genetica detta favismo: chi presenta questa patologia può subire conseguenze serie dal consumo di questo alimento. Si tratta di un difetto dell’enzima glucosio 6-fosfato deidrogenasi che comporta gravi conseguenze a livello dei globuli rossi, poiché il G6DP risulta molto importante per il loro corretto funzionamento.
• Nelle stagioni diverse dalla primavera si possono mangiare le fave secche, dopo averle reidratate tenendole in ammollo. Se hanno la buccia si tengono in ammollo 20 ore, mentre senza buccia i semi vanno tenuti in acqua 8 ore. Dopo l’ammollo, si cuociono per 2 ore in acqua.
• Con le fave, tostate e successivamente tritate, potrete ottenere una farina senza glutine che può dar vita a impasti di pasta o di pane mescolata ad altre farine (nella misura del 10-15%).
• Ricordate che maggio è il seme per eccellenza delle fave e tenete sempre a mente che hanno uno scarto elevato: per ottenere 500 grammi di fave sgranate dovrete acquistarne 2 kg.